Templari a Celano. Il Gran Maestro Tommaso Berardi (l’unico Gran Maestro Italiano), potrebbe essere della famiglia dei Conti dei Marsi

Templari a Celano ed ipotesi che il Gran Maestro Tommaso Berardi sia della famiglia dei Conti dei Marsi.

Nodo di Salomnone nel portale della Chiesa di San Giovanni Battista ed Evangelista.

Fra gli ordini religiosi cavallereschi del medioevo, uno dei primi e più noti  al mondo fu quello dei Templari. Il nome originario era “Poveri compagni d’armi di Cristo e del tempio di Salomone” (dal latino “Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonis” ).

La nascita dell’ordine avviene in terra santa durante le guerre tra forze cristiane e islamiche esplosa a partire dalla prima crociata del 1096. Nei due decenni successivi alcuni cavalieri crociati francesi ed inglesi, in servizio tra la Terra Santa e l’Europa, decisero di seguire l’esempio di altri gruppi di militari crociati: prestare servizio per la difesa dei luoghi e dei pellegrini della terra santa organizzati attraverso la fondazione di un ordine riconosciuto dalla Chiesa, essendo questa la prima promotrice delle crociate. La Chiesa favorì questi ordini, perché con un ruolo di “istituzione patrocinante” poteva mantenere saldi i suoi diritti sulle conquiste delle guerre crociate. Data questa situazione favorevole e data la nobiltà dei cavalieri fondatori e i loro contatti con le corti e il clero, l’ordine riuscì ad ottenere donazioni e ad accrescersi con nuovi adepti già prima del riconoscimento ufficiale, nel Concilio di Troyes del 1129.  Questo riconoscimento ecclesiastico non poteva non prevedere una regola monastica, con la quale imporre al guerriero cavaliere la rigida obbedienza del monaco. Un monaco con licenza di uccidere in nome del “malicidio”, un omicidio legittimato dal bene maggiore dell’estirpazione del male. Grazie a questo riconoscimento ecclesiastico arrivarono ancora donazioni alle quali si aggiunsero privilegi ed esenzioni da parte della Chiesa e dei reali del mondo cristiano. Prima della fine del ‘200 i Templari erano già un’istituzione potente e affermata, non solo e non tanto come corpo combattente, ruolo nel quale contarono più sconfitte che vittorie, ma piuttosto come élite armata della Chiesa. Infatti, come ben sappiamo le crociate furono guerre come tutte le altre, e si fecero anche con obbiettivi di conquista e imperialismo. In questo contesto i templari si svilupparono come abili banchieri, esperti marinai, sottili diplomatici e, non ultimo, ottimi amministratori di numerose e fiorenti proprietà, di cui molte in Italia. Queste proprietà non erano solo basi strategiche, ma veri e propri investimenti. Così, da “Poveri compagni d’armi di Cristo”, i templari furono nelle condizioni di sviluppare e ramificare questo potere per la Chiesa in maniera esponenziale e divennero uno dei suoi bracci armati più potenti, protagonisti di svariati scenari, non più soltanto nelle battaglie delle crociate ma anche tra i poteri forti in Europa.

Rosone Chiesa San Giovanni BAttista ed Evangelista

La loro organizzazione, ad iniziale vocazione militare e monastica,   divenne “lobby” finanziaria e civile stanziata ovunque in Europa e terra santa. Ma fu con il tramontare dei loro obbiettivi originari che iniziò la loro fine. Sul finire del ‘200 le crociate non suscitavano più l’interesse dei potenti e così, dopo circa due secoli, tramontava definitivamente la prerogativa originaria dei Templari come “truppe estere” in terra santa. I templari erano “solo” una potente istituzione militare e civile in Europa. Una tale potenza “transnazionale”, tra l’altro al servizio della Chiesa, naturalmente impauriva le altre potenze del tempo. Il nemico fatale fu il re di Francia Filippo il bello. Egli aveva già ridotto il potere della Chiesa, ottenendo l’elezione di un papa complice, il francese Clemente V, nel 1305, talmente fedele che trasferì la sede papale in Francia. Filippo il bello, indebitato per ingenti somme (anche coi templari), già  nel 1306 espropriò tutti i beni degli ebrei francesi e li cacciò. Era venuto quindi il turno dei templari. Nel 1307, con la connivenza della Chiesa asservita, l’unica che poteva sciogliere l’ordine, Filippo avviò una serie di processi sommari contro i templari, con accuse scarsamente fondate. La Chiesa fece sopprimere l’ordine dei Templari nel 1312, e il re di Francia si appropriò di gran parte del loro patrimonio.

Chiesa San Giovanni Battista ed Evangelista

Ad oggi, sorvolando le puntualizzazioni sulle ormai smentite accuse che motivarono questa epurazione, e tenendosi distanti da un “templarismo dell’ultim’ora”, possiamo dire che il maggiore apporto dei Templari non fu di tipo militare, ma ricalcò gli obbiettivi di governo della Chiesa di allora: perseguire uno sviluppo culturale e spirituale, ma anche del potere temporale, attraverso la creazione di strumenti economico-finanziari che andavano a favorire tutte le fasce di popolazione.

A riprova della particolarità di questi monaci-militari, abbiamo  studiato il rapporto dei Templari, di San Francesco e dei Musulmani.

Infatti Analizzando a fondo la vita del Santo di Assisi, e collegando insieme alcuni dati, vengono fuori alcune cose molto interessanti.

  • Frate Elia era un alchimista, consigliere politico dell’imperatore Federico II, in stretto contatto coi Templari. Cosa legava un alchimista, templare, alla spiritualità Francescana?
  • I viaggi di San FrancescoFrate Elia, e Federico II in Terrasanta, ebbero come risultato una pace senza spargimento di sangue; il sultano Al Malik, parente del Saladino, dette il permesso ai pellegrini cristiani di andare a Gerusalemme senza pericolo. In altre parole, ottennero come risultato quello che era lo scopo delle Crociate; e lo ottennero senza spargimento di sangue.
  • Molti personaggi rosacrociani erano nel cosiddetto Terzo Ordine Francescano: Michelangelo, Dante Alighieri, Raffaello, Giotto. Cosa lega i Rosacroce a San Francesco e ai francescani in generale?
  • La madre di Francesco era Catara. E a quel tempo in Umbria e nel Lazio c’erano molte comunità catare. Non a caso la spiritualità Francescana era molto più vicina a quella Catara che alla Chiesa Cattolica, perlomeno negli aspetti esteriori.
  • Uno dei primi seguaci di San Francesco, Angelo Tancredi, era un templare. E, data la massiccia presenza templare ad Assisi, ai tempi di San Francesco, si può supporre agevolmente il contatto che doveva esserci tra la spiritualità Templare e quella Francescana. Contatto confermato, tra i tanti indizi dal fatto che nella Basilica di San Francesco, ad Assisi, è tumulato Giovanni di Brienne, templare, che aveva il titolo di Re di Gerusalemme, ed era suocero di Federico II.
  • A partire dalla missione che Frate Elia e San Francesco portarono avanti in Terrasanta, ai francescani venne attribuito il titolo di “Custodi della Terra santa” e furono autorizzati dal sultano stesso a soggiornare permanentemente in quei luoghi a partire dal 1229, anno in cui Federico II concluse la sua crociata in modo pacifico, dialogando col sultano Al Kamil (lo stesso incontrato da San Francesco nel 1219 e lo stesso incontrato dal Conte Tommaso di Celano che gli fece firmare il trattato di non belligeranza con Federico II).
  • La tomba di San Francesco, nascosta da Frate Elia per ragioni che ancora oggi non si riescono a spiegare, viene ritrovata solo nel 1818, ben 600 anni dopo la tumulazione, e, straordinariamente, non contiene alcun simbolo cristiano, ma al contrario, oggetti che, simbolicamente, richiamerebbero altro, come il corno e le bacchette d’avorio che richiamano i Sufi.

Francesco d’Assisi – quello vero – non stimava solo i Càtari. Ha tentato in tutti i modi il contatto con i musulmani, non per convertirli (lui non giudicava nessuno, mostrava il suo esempio di vita), ma per trovare i punti di unione tra le religioni, per raggiungere una pace duratura». Ancora oggi, da allora, i francescani hanno la cura del Santo Sepolcro a Gerusalemme, dono del Sultano a Francesco e Frate Elia. 

Croce Patente portale Chiesa San Giovanni BAttista.

Sui Templari,  la cosa più interessante e rivelatrice, l’ha scritta un principe siriano del pieno XII secolo, Usama ibn Munqidh emiro di Shaizar. La testimonianza che ci ha lasciato è, a concorde parere degli specialisti, davvero attendibile. Ebbene, Usama ci racconta che verso gli anni Sessanta-Settanta del XII secolo, quando gli capitava di recarsi a Gerusalemme allora capitale del regno crociato, usava andare ospite dei «suoi amici Templari» (è lui a chiamarli proprio così), quartier generale dei quali era la moschea al-Aqsa, ancora esistente sulla «Spianata del Tempio». Lì, dice Usama, i pauperes milites Christi et Salomonici Templi che già allora, correntemente, veniva definito «il Tempio» –, avevano approntato un oratorio nel quale i loro ospiti musulmani potevano tranquillamente pregare. Non proprio una moschea, certo: comunque, una piccola “sala di preghiera”.

Ecco questi rapporti particolari ci obbligano a non generalizzare sull’Ordine del Tempio, infatti essi non combattevano direttamente i Musulmani, ma tutti quelli che volevano arrecare danno  ai pellegrini in Terrasanta.

Con la costruzione di rocche, chiese e cattedrali e con la gestione delle proprietà e degli investimenti, l’ordine portò sviluppo e lavoro in molte parti dell’Europa medioevale, attraverso un’opera che già era stata di grandi ordini monastici. Molti governi europei (ed italiani in particolare) ricorsero ai loro servizi per ottenere finanziamenti, per gestire le contabilità e le finanze pubbliche ed ancora le proprietà immobiliari, soprattutto agricole, nelle quali si ottenne una buona distribuzione del reddito e la creazione di posti di lavoro. E’ naturale quindi considerare l’Ordine dei Templari costituito da grandi uomini del tempo, fra i quali, primi fra tutti ovviamente, i “direttori generali”, i Gran Maestri. Questi erano tutti nobili non italiani, tranne uno. Vi è un G.M., piuttosto importante in quanto l’ultimo a partecipare a una crociata in terra santa e fra quelli che rimasero in carica per più tempo, di cui si possono supporre origini italiane. Si tratta di Tommaso Berardi, eletto sotto il pontificato di Alessandro IV Gran Maestro del Tempio dal 1252 o 1256  al 1273. E’ riportato nell’elenco dei Gran Maestri come Thomas Bérard, ma nelle cronache del tempo è spesso citato come Tommaso Berardi.

Elenco dei Gran Maestri dell’Ordine Templare:

Tommaso Berardi fu Gran Maestro dei templari in un epoca nella quale le crociate erano già avviate all’epilogo e con esse le stesse premesse alla base dell’esistenza degli ordini cavallereschi crociati. Così si profilava l’esigenza di una “ottimizzazione organizzativa” per la sopravvivenza dell’ordine. Gli atti e le lettere scritte da Tommaso Berardi mostrano chiaramente questa situazione. Egli chiese aiuti al re inglese Enrico III, ma questo, nonostante fosse stato in terra santa nel 1240 e in passato avesse concesso benefici ai templari, in quegli anni aveva più a cuore le faccende di corte e le rivolte dei baroni inglesi che la terra santa, dove quindi, senza fondi e con gli infedeli sempre più potenti, si perdeva terreno e uomini. Il papa Clemente IV ammise che non c’erano più uomini coi quali rinforzare gli ordini. Il principe inglese Edoardo I, giunto in terra santa nel 1269 per la nona crociata, torna in inghilterra per essere incoronato re nel 1272, senza aver concluso molto oltre a una tregua di 10 anni. Il G.M. Tommaso Berardi figura fra i firmatari di tale tregua. Egli inoltre promosse la cooperazione con gli altri due ordini militari maggiori, molto spesso rivali, e questo fu concordato dai rispettivi Gran Maestri, Hugo di Revel degli Ospitalieri e Nano di Sangershausen dei Cavalieri Teutonici.

Croce Patente al portale di San Giovanni Battista ed Evangelista

Il Gran Maestro Tommaso Berardi oltre a gestire la situazione critica dei tracolli di varie località e castelli cristiani in terra santa, richiedendo aiuti in Europa è presente in atti nei quali viene “riorganizzato” l’assetto patrimoniale dell’ordine in Italia, proprio in funzione di un cambio di rotta dovuto alla situazione catastrofica delle operazioni belliche in terra santa che doveva aver sconvolto anche gli equilibri finanziari.

Secondo “La cronaca del templare di Tiro”, Tommaso Berardi  morì il 25 marzo 1273. 

Ci interessa particolarmente Tommaso Berardi soprattutto per il cognome. Nello specifico non è affatto da scartare l’ipotesi che l’origine del 20esimo Gran Maestro fosse nella casata di quegli stessi Berardi che nel suo secolo era fra le più potenti d’Italia e governava un territorio molto ampio, ricompreso in quasi tutto l’Abruzzo e il Molise. L’ordine dei templari, come sappiamo, fu purtroppo colpito dalla “damnatio memoriae”, quindi moltissimi documenti sono andati perduti, ma la nostra ipotesi si avvalora quando nelle cronache locali di quel tempo troviamo un personaggio appartenente ad ramo della famiglia Berardi, Frà Pietro D’Ocre, col titolo di “maestro dei Templari”. Questo a testimonianza del fatto che i nobili discendenti della influente casata Berardi sicuramente avevano possibilità di fare carriera nell’Ordine Templare. Sempre nelle cronache troviamo che svariati personaggi citati su varie notizie sui Conti di Ocre, vengono chiamati proprio “Tommaso Berardi”.

Croce patente – Chiesa San Giovanni Battista
croci patenti – portale Chiesa San Giovanni Battista

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Disquisizione circa la famiglia Berardi

La possibilità che il Gran Maestro Templare Tommaso Berardi possa essere discendente di questa famiglia è rintracciabile nel saggio “BREVE DESCRITTIONE DI ABRVZZO VLTRA – DECIMA PROVINCIA DEL REGNO DI NAPOLI – Hiſtoria Chronologica de’ Conti di Marſi “ di Enrico Bacco, 1609. In essa leggiamo:

  • Vedeſi chiaramente queſto Tomaſo eſſere ſtato huomo aſſai pio, e religioſo, imperoche nel 1180 dona alla Religione Geroſolimitana la Chieſa di S. Nicola vicina il Caſtello di Rocca di mezzo con tutte le rendite, territorij, vaſſalli,e poſſeſſioni a detta Chieſa ſpettanti, che ſino al preſente la detta Chieſa,e Religione ne partecipa groſſe rendite. (…)
  • Hebbe Tomaſo vn figlio vinico, che ſi chiamò Berardo, che fu Signore di Barile, Colle Inirco, Sciſſa, Rocca Celica, tutte Terre nell’Abruzzo, e nel Contado di Rieti, fu Signore di Scaſsilla e Collara.
  • A tutte queſte Terre li ſucceſſe Rainaldo ſuo figliuolo, il quale generò Errigo, e Bartolomeo. Bartolomeo fu Capitano di Gente d’Arme, e Vicerè nell’Abruzzo per Carlo I. Nel 1269, hebbe per figlioli Matteo,  Errigo Signori di Cellina, il quale fece Tomaſo, padre di vn’altro Errico, che ſi maritò con Roſa dell’Aquila,e le linee d’ambidue queſti fratelli s’eſtinſero. (…)
  • Vn rampollo de’ Conti di Marſi fu la caſa d’Ocra, e diſceſe da Rinaldo, che hebbe per moglie Sichilgaida Ducheſſa di Gaeta, come habbiamo detto di ſopra, hebbe tra l’altri figlioli, oltra Teodino Cardinale, Cdoriſio, dalla cui linea diſceſe Berardo Signor d’Ocra,  & Alue, e Tomaſo Signor d’Ocra.
  • Hebbe Berardo più figliuoli, tra’quali ne fu

 – Tomaſo, che ſpinto dall’eſempio della ſanta vita di San Pietro da Morone, Fondatore de’Celeſtini, che a aſſunto al Pontificato chiamoſſi Pietro Celeſtino V. s’aſcriſſe egli a quella Religione, oue portandoſi religioſamente, meritò dall’iſteſſo Papa , Celeſtino eſſere aſſunto alla Dignità Cardinalitia, il quale morendo in Napoli fu ſepellito nel Domo.

– Fra Pietro d’Ocra, che fu Maeſtro della Religione de Templari in Puglia.

– Rainado signor d’Ocra, & Alue,padre di Gualtieri di Ocra, che fu Cancelliero nel Regno nel 1210.

– Offiedutio figlio del ſopradetto Odoriſio, hebbe dalla ſua donna vn’altro Udoriſio, il quale fu auo di Pietro Conte di Celano, e per non hauer laſciato figliuoli paſsò la Contea di Celano ad Andrea ſuo fratello, che fe Ruggiero, il quale hauendo vna figliola vnica, la diede per iſpoſa à Ruggerone, e portò il Contado di Celano a quella caſa, indi peruenne alli Accrocciamuri; poſcia alliAcuti,tutti famiglie eſtinte.G

CONCLUSIONI

  1. I Berardi, Conti di Celano, Conti dei Marsi, erano parenti dei Conti di Ocre (Mammarella, Abbazie e monasteri cistercensi in Abruzzo, Cerchio 1995, 2ª ediz., pag. 101).
  2. Gualtieri di Ocre fu Gran Cancelliere del Regno e Fra’ Pietro d’ocra nel 1284 fu Gran Maestro dei Cavalieri Templari.  Ad Ocre infatti c’è ancora il Monastero Fortezza con chiarissime attestazioni templari quindi non è avventato affermare che il Maestro dell’Ordine avrebbe potuto avere dei legami con i propri parenti di Celano;
  3. Il Conte Tommaso di Celano, persa la sua contea dopo lo scontro con Federico II, partecipò con questi alla spedizione in Terra Santa nel 1228 per conto del Papa (con lo scopo di sorvegliare le azioni di Federico II). Fu proprio lui insieme ad un Templare a trattare con il Sultano d’Egitto al-Kamil l’accordo della cessione di Gerusalemme. Sicuramente l’esperienza in Terra Santa significò molto per il Conte Tommaso e nulla ci vieta di pensare che i tangibili segni templari nell’unico luogo rimasto in piedi dopo la distruzione da parte di Federico II, ossia dalla Chiesa di San Giovanni Evangelista (attuale Madonna delle Grazie) provengano da questa esperienza e che Tommaso dette e ricevette aiuti Templari;
  4. Il Papa Gregorio IX nella stipula del trattato di pace con Federico II riuscì a strappare all’Imperatore il salvacondotto per consentire al Conte Tommaso di rientrare in possesso delle proprie terre. Papa Gregorio IX secondo alcuni, fu il mandante dell’attentato a Federico II perpetrato dai templari in terra Santa e non è detto che il Conte Tommaso ne fosse all’oscuro poiché Gregorio IX era il cugino di Tommaso di Celano.

DETTO QUESTO, una conferma dell’esistenza a Celano dei Cavalieri del Tempio ce la da Hubert Houben nel suo lavoro “Normanni tra Nord e Sud. Immigrazione e acculturazione nel Medioevo” del  2003. Hubert cerca di sconfessare la tesi più consolidata degli storici circa l’ostilità dell’Imperatore Federico II verso i templari, e a tal proposito ci fa capire la presenza dei Templari a Celano, citando un atto con il quale l’Imperatore, ridona le proprietà sottratte ai Templari di Celano, e addirittura ci fa scoprire il nome del “Massaro”, Frate Giovanni da Celano, probabilmente il Fra’ Giovanni contemporaneo a Fra’ Tommaso. Infatti dice che nel 1240 e ancora nel 1249, i fratres Ademarius e Johannes, forse appartenenti al Tempio o all’Ospedale, ricoprirono rispettivamente il ruolo di massari nelle località di Versentino (Foggia) e di Celano (L’Aquila). 

Questo studio non ha la presunzione di attestare la presenza dei Templari a Celano. Infatti si vuole con esso stimolare la ricerca e lo studio su quallo che potrebbe essere stato un fenomeno importantissimo nella storia del Mondo. Fenomeno che avrebbe attraversato la nostra Città di CELANO. La “damnatio memoriae” sta mollando la presa…

Giancarlo Sociali