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La necropoli di Fossa,

La necropoli di Fossa, una delle zone archeologiche più importanti d’Italia: è chiamata la Stonehenge d’Abruzzo

La necropoli di Fossa ebbe una continuità di frequentazione di quasi mille anni, dal IX al I sec. a. C., e sono state rivenute anche tracce di precedenti frequentazioni della zona (media età del Bronzo) nelle vicinanze dell’area cimiteriale. Attraverso la sua lunga storia gli archeologi sono stati in grado di ricostruire le varie fasi di esistenza della comunità che la utilizzò per tutto questo tempo, comunità che si inquadra in maniera lineare e coerente con l’etnia che le fonti storiche in generale ci dicono abitante di questi territori dall’ età protostorica fino alla Romanizzazione e che conosciamo anche grazie ad altri importanti siti funerari presenti a Bazzano, Poggio Picenze o Capestrano; proprio i Romani in età storica chiameranno “Vestini” questi uomini, e ancora oggi il termine riaffiora in più parti della toponomastica locale, a testimonianza della relazione che lega questa regione al suo passato.

Al suo interno le tombe scavate sono circa 500; le tombe rinvenute appartengono a diverse tipologie fondamentali: tumuli, fosse semplici, fosse con cassone ligneo, tombe a camera, tombe a incinerazione e sepolture infantili all’interno di coppi laterizi.

PRIMA FASE: L’ETA’ DEL FERRO (IX-VIII secolo a. C.)
I primi due secoli (IX e VIII secolo a. C.) sono caratterizzati dall’ architettura sepolcrale dei tumuli, oltre che da semplici sepolture a “fossa terragna”, cioè fosse lunghe e strette scavate nel terreno.

SECONDA FASE: L’ ETÀ ORIENTALIZZANTE E ARCAICA (VIII-VI SEC. a. C.)  
Durante questo periodo persiste l’uso di realizzare tombe a tumulo, anche se le dimensioni si riducono ad un diametro costante di m 4 e non si usano più le file di menhir allineati su un fianco della crepidine. Assieme ai tumuli si trovano anche le semplici tombe a fossa; in alcuni casi è attestato l’uso di un tronco d’albero usato come sarcofago.

TERZA FASE: L’ETà ELLENISTICA (iv – ii SEC. a. c.)
La frequentazione della necropoli, in questo periodo, permette di comprendere alcuni importanti aspetti sociali della comunità vestina che viveva a Fossa; infatti la diversità delle tipologie sepolcrali è sempre più percepibile, tanto da far pensare a profonde stratificazioni sociali.
Fossa Necropoli

In alcune tombe a camera sono state rinvenuti oggetti di splendida fattura, testimonianza della raffinatezza raggiunta in questo periodo dalla cultura vestina. Prima di tutto i letti funebri con decorazioni in placche d’osso, importantissime testimonianze archeologiche, utili per comprendere il senso artistico e il linguaggio figurativo delle popolazioni abruzzesi durante l’età ellenistica.

Con l’ultimo secolo (il I a. C.) si diffonde l’uso dell’incinerazione accanto a quello dell’inumazione; le ceneri del defunto vengono deposte all’interno di un’olla coperta da una pietra piatta o – più raramente – da un coperchio in ceramica. Con questa fase sparisce anche la consuetudine di deporre oggetti di corredo. E’ questo il momento in cui si percepisce ormai la definitiva assimilazione al contemporaneo costume funerario romano. La necropoli di Fossa è la testimonianza più eloquente della storia antica di queste contrade, delle vicissitudini e delle peculiarità culturali di un popolo di montagna che seppe aprirsi al confronto con altre etnie dell’Italia preromana.  

      Letto di Fossa….

Kardiophilax di Fossa

Giancarlo Sociali

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