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Colonne romane di Brindisi. (Dal viaggio “Sulle tracce di Federico II” )

Le colonne romane di Brindisi, sono forse il monumento simbolo di Brindisi,  poste davanti al suo magnifico e millenario porto naturale ed alla fine della via Appia. In principio erano due colonne gemelle, davvero un unicum nel panorama del mondo classico. A seguito del crollo di uno dei due fusti nel 1528, il monumento è rimasto mutilo. La colonna superstite è stata smontata durante la seconda guerra mondiale.

Una delle ipotesi più accreditata dalla tradizione è quella che dice che si tratta di un monumento fatto innalzare nel 110 circa d. C. dall’imperatore Traiano, per celebrare  con il potenziamento del porto  la costruzione di una deviazione della via Appia per il tratto che da Benevento conduceva a Brindisi, passando da Canosa, Ruvo, Egnazia; strada che da lui fu detta Traiana o Appia-Traiana.Per altri si tratta di un monumento eretto in onore di Ercole (il libico), al cui figlio Brento i brindisini facevano risalire la rifondazione della città, e il cui culto era molto vivo a Brindisi, come in tante altre città. Ciò a somiglianza delle più famose colonne poste in Africa e in Spagna, sull’attuale stretto di Gibilterra, che indicavano la fine del mondo allora conosciuto.

L’Accesso al mare. Le colonne secondo alcuni rappresentano la fine della via Appia.

Il capitello che vediamo oggi sulla restante colonna che svetta sulla scalinata Virgilio non è l’originale, il quale è custodito nelle splendide sale musealizzate di Palazzo Granafei-Nervegna.

Capitello originale di una delle Colonne Romane di Brindisi.

Sulle origini di queste colonne si tramandano varie tradizioni, alcune vere e proprie leggende, che ne attribuiscono l’erezione a Ercole, fino ad arrivare all’Imperatore Traiano, che con queste avrebbe celebrato la costruzione del tratto finale della Via Appia, che qui giungeva da Roma. Secondo il Mercklin, il capitello risalirebbe ad un periodo compreso fra II e III secolo d.C. Tuttavia la diversità dei marmi impiegati, e reimpiegati, la inusuale iconografia con i busti di divinità pagane e i dati emersi dagli scavi archeologici nei dintorni, fanno propendere per una datazione piuttosto posteriore all’epoca imperiale romana.

Per altri ancora le colonne sarebbero state volute dai Romani per premiare la lealtà dei brindisini, che nel 214 a. C.  a differenza dei tarantini  non si erano arresi ad Annibale; o del brindisino Lucio Ramnio, in particolare, che nello stesso anno fece fallire il piano del re macedone Perseo, che voleva battere i Romani facendone avvelenare i comandanti di passaggio dalla nostra città ( Perseo poi fu battuto ed imprigionato nella nostra Alba Fucens dove mori alcuni anni dopo); o per premiare il contributo in denaro e soldati che Brindisi  con poche altre città  assicurò a Roma nella guerra contro i Cartaginesi anche dopo la disfatta di Canne; oppure il validissimo aiuto fornito a Silla (nell’83 a. C.) (ed ancora ci ritroviamo direttamente in quanto nella guerra civile romana, una fazione era guidata dal giovane Caio Mario, figlio del grande generale, e da Gneo Papirio Carbone alla fazione democratica si unirono anche le agguerrite milizie Sannite, Marse e Lucane che temevano dalla vittoria dei sillani la perdita dei diritti civili ottenuti dopo la guerra sociale).
In ogni caso le colonne sarebbero servite, per un certo periodo, evidentemente prima che l’accesso al porto e la sua prima difesa fossero trasferiti dall’attuale canale Pigonati all’isola di Sant’Andrea, come faro: tra un capitello e l’altro fu posta una robusta traversa di bronzo con un fanale dorato (opportunamente protetto e in grado di sopportare l’impeto dei venti) al centro, per dare ai naviganti un punto di riferimento e la possibilità di trovare riparo anche di notte dalle furiose tempeste per le quali nell’antichità era famoso l’Adriatico.

La collocazione potrebbe dimostrare che furono innalzate con un intento celebrativo, forse a supporto di due statue bronzee. Si suppone che le due colonne (col Leone di san Marco e la statua di San Teodoro) che i veneziani innalzarono in Piazza S.Marco, nel cuore della città lagunare, siano una replica medievale di quelle di Brindisi.

La colonna che si innalza sul porto di Brindisi misura ben 18,74 metri d’altezza: la base 4,44 m, il totale degli otto rocchi è 11,45 m, il capitello misura 1,85 metri.

Giancarlo Sociali

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