Perseo, figlio di Filippo V il Macedone (213 a.C. – 166 a.C.), ultimo re di Macedonia dal 179 a.C. al 168 a.C.
Perseo cercò, durante il suo regno, di ricostruire il prestigio della monarchia macedone ai danni di Roma, tentando di ripristinare l’alleanza con gli Achei, con Rodi e i Seleucidi, sebbene durante la fase iniziale del suo regno egli chiese di rinnovare l’ amicizia che legava la Macedonia a Roma stipulata da suo padre Filippo V.
I sospetti da parte romana contro il tentativo da parte di Perseo di ricostituire l’antico prestigio macedone, divennero più forti a partire dal 175 a.C., quando, come ci narra Tito Livio (XLI, 19) una delegazione proveniente dal regno dei Dardani accusò Perseo di essere il fomentatore dei recenti attacchi da parte della popolazione sarmata dei Bastarni.
Nel 171 a.C. scoppiò così la terza guerra macedonica (171 a.C. – 168 a.C.), decisa dalla battaglia campale di Pidna (Tessaglia) tra l’esercito macedone e quello romano. Lo scontro fu vinto dai Romani, che lasciarono sul campo 20˙000 cadaveri macedoni.
Secondo la testimonianza degli storici antichi (Polibio, XXXVII 16; Tito Livio, XLV 42), Perseo, dopo aver subito il trionfo a Roma, venne deportato ad Alba Fucens, dove sarebbe morto due anni dopo.
Una Commissione composta da rappresentanti del ministero dei Beni culturali, dell’Ambasciatore macedone e da studiosi macedoni, effettuò un sopralluogo, presso la tomba monumentale del re Perseo, ultimo re dei macedoni sepolto lungo la via Valeria nei pressi del territorio di Magliano de’ Marsi come e’ indicato nella tavoletta II SE del Foglio 145 dell’Istituto Geomilitare.
Questo incontro servì a stringere i primi rapporti fra le istituzioni Marsicane e quelle Macedoni per procedere poi tramite scambi culturali ad incentivare ulteriori studi per ampliare il sapere sulla vita dell’ultimo Re dei macedoni.