Oggi parleremo, di una cosa tanto vicina a noi storicamente e religiosamente parlando, ma che sembra non appartenerci, perchè posta in un territorio distante, ma che anni fa era come normale vita vissuta da parte di alcune famiglie Celanesi. Il casale Verticchio e gli adiacenti ricoveri per gli armenti (stazzi) ubicati sull’altopiano di Baullo, venivano fino a qualche anno fà utilizzati dai celanesi dediti da generazioni alla pastorizia nella zona. Questo altopiano oggi nel territorio di Gagliano Aterno, a confine con quello di Celano e Collarmele, è sempre stato Interessato da fenomeni di antropizzazione sin dai tempi remoti, come dimostrano i centri fortificati di epoca italica (Colle Montone e Petto della Corte)
Nel 1178 il feudo di Gagliano entra a far parte della Contea di Celano. Era Signore della Contea Oddone e regnava Guglielmo II, il Normanno, ultimo erede di questo Casato. Nel 1212 muore di “languore correptus” il Conte Pietro che soleva trascorrere lunghi periodi di riposo nel castello di Gagliano e il feudo viene ereditato dal Conte Riccardo, dello stesso casato dei Conti Berardi di Celano. Nel 1216 S. Francesco d’Assisi fu ospite nel Castello di Gagliano. Nello stesso anno, alla morte dell’Imperatore Federico, Papa Innocenzo IV investe della Contea e del Feudo di Gagliano un discendente del Conte Pietro da Celano, Ruggero, e sicuramente la Piana di Baullo era itinerario preferenziale dei feudatari celanesi per raggiungere il Castello di Gagliano.
Da tempo, ero a conoscenza che in detti luoghi, era anticamente presente un sito di enorme valore storico religioso. Difatti, nel corso dei secoli oltre a nuclei abitativi vi sono stati anche complessi religiosi. Nella zona, oltre al castello di Baullo, da cui prende il nome la piana, fù edificata anche la Chiesa di S. Scolastica e l’oratorio di S. Francesco D’Assisi, entrambi oggetto della donazione alla Badessa del Convento di S. Chiara come risulta nella bolla di Fra Egidio Vescovo di Sulmona del 4 Dicembre 1286.
Quest’anno, finalmente sono iniziati dei lavori per riportare alla luce cose straordinarie, cose che potrebbe raccontare di più del Santo poverello. Tutto questo nasce dal fatto che Tommaso da Celano, scriveva che Francesco, nel periodo in cui ha alloggiato dai conti dei Marsi a Celano, durante un suo spostamento verso Castelvecchio Subequo, (dove ancora è conservata una delle più importanti reliquie del Santo – il suo sangue), dopo aver valicato il monte che separa la Marsica dalla valle Subequana, e precisamente dal Vallone Scafelli (territorio di Celano) si è fermato nella piana di Baullo, luogo in cui sarebbe avvenuto il famoso miracolo dell’acqua, dove sorse poi il convento di Santa Scolastica. Infatti, secondo la biografia redatta dal Nostro Tommaso, il Santo avrebbe fatto sgorgare l’acqua togliendo una pietra per dissetare una donna, la quale inoltre ne riceve ulteriore beneficio guarendo dalla cecità.
Giancarlo Sociali
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