Oltre ai documenti messi in essere da Celano Comune e Contea, padre Osvaldo Lemme raccontò dell’acquisto, da parte del comune di Celano, di 8 casse di materiale sulla soppressione dei conventi. Ma nemmeno di quei documenti c’era traccia. Tutto sparito.
Allora tornò da padre Osvaldo che indicò il nome del venditore, Liborio Merolli, un antiquario celanese residente a Roma (zio di Gianvincenzo Sforza) e il costo della transazione: 30 milioni di lire.
(Qui sopra l’atto di affitto rubato dall’Archivio di Stato dell’Aquila e posseduto da Gianvincenzo sforza).
Il sig. XXXXXXX contattò anche lui che confermò la vendita effettuata e poco dopo racconta di essere stato contattato proprio da Gianvincenzo Sforza , residente in via Collutri, nello stesso edificio che ospitava il Comune in attesa di ristrutturazione, che lo incitò a consultare la succursale dell’archivio di stato nella sua abitazione.
«Sforza mi assicurò di avere a casa sua le ormai famose 8 casse», si legge nella denuncia di Botticchio che vide anche gli originali (pergamene e mandati di pagamento).
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http://www.primadanoi.it/news/cronaca/574663/documenti-spariti-a-celano-nel-1994-la-prima-denuncia-disinnescata.html