Concorso Pubblico di Avezzano per Agenti di Polizia Locale. Criticità di legalità ed opportunità.
16 Febbraio 2018
TOMMASO da Celano ed il grande “ROGO Medioevale”.
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GIOVANNI  (Iohannes de Celano). – Nacque a Celano presumibilmente nella prima metà del XIII secolo. Fu contemporaneo e confratello del Nostro Tommaso qualche studioso afferma addirittura che sia il Fratello di sangue…

 

Giovanni altra Gloria Celanese che conobbe e seguì Francesco, Scrisse “Gesta abbreviata”, ossia una breve vita di San Francesco che iniziava “quasi stella mattutina” anche essa fatta sparire su disposizione del fantomatico capitolo generale di Parigi.

Da questa vita scritta dal nostro Giovanni, furono estratte IX LEZIONI LITURGICHE che nel 1254 furono inserite nel breviario dei PP. Domenicani per la festa di San Francesco.

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Gli sono attribuiti due sermoni (contenuti nel ms. della Biblioteca Ambrosiana di Milano, A 11 sup.) che predicò all’Università di Bologna, ritenendo quindi  che abbia ricoperto l’ufficio di lettore presso lo Studium francescano bolognese. Il fatto di un utilizzo del primo sermone da parte di Eustachio di Arras, che “similem postilla et sententia fecit” (c. 23r) in occasione di una predica tenuta nel convento domenicano di S. Giacomo, dinanzi all’Universitas di Parigi, fornisce una preziosa testimonianza: essendo stato fra Eustachio maestro reggente della scuola teologica francescana di Parigi negli anni 1268-69, Giovanni  fu di certo suo contemporaneo.

Giovanni  è citato da Angelo Clareno in una lettera scritta nel periodo della controversia sulla povertà e inviata a Filippo di Maiorca, probabilmente da Subiaco, nel 1322-23. Il terziario francescano Marino Gionata da Agnone lo ricorda nel poemetto  Giardeno  (conservato nel ms. autografo della Biblioteca nazionale di Napoli, XIII. C. 13 concluso nel 1465, venne poi dato alle stampe postumo dal figlio a Napoli nel 1490).

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Giovanni viene nominato nella terza parte, all’interno del XLI canto del Paradiso (c. 162v), insieme con Tommaso da Celano, Lucido della Marca e Bentivoglio “de Bonis”, tra i discepoli di Francesco che furono ammaestrati dall’insegnamento del “seraphico vexilifero de la croce” e diedero lustro all’Ordine minoritico.

  1. Bihl e A. Chiappini pongono la data di morte di Giovanni verso il 1270.

La tradizione agiografica costituitasi nei secoli XIII-XIV attorno alla figura storica di Francesco d’Assisi, la cosiddetta “questione francescana”, ha posto l’esigenza di definire i rapporti di dipendenza testuale tra le diverse fonti francescane: all’interno di questo corpus agiografico deve essere attribuita, all’effettivo autore, la paternità della seconda biografia di Francesco, che, nella serie dei cronisti francescani, vede alternarsi l’intreccio di due nomi, “Iohannes” e “Thomas”.

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Angelo Clareno, che pare abbia avuto tra le mani il testo della Vita redatto da Giovanni da Ceprano, per primo menziona nell’Historia septem tribulationum, in più occasioni, l’autore di una vita di s. Francesco, indicandolo con il nome Giovanni “de Celano”: in tutte le citazioni lo qualifica come “frater”.

Mariano da Firenze, che dispone di fonti attendibili, nel Fasciculus chronicarum nomina un “fr. Iohannes de Ceperano, in saeculo Apostolicae Sedis notarius”, facendo supporre un mutamento dello stato secolare in seguito alla vestizione dell’abito francescano. Pietro Ridolfi da Tossignano lo designa con lo stesso nome, attribuendogli l’incarico di “notarius Apostolicus”, un’espressione ripresa da Wadding negli Annales minorum. Nel XVIII secolo il Supplementum di Sbaraglia, pur non riuscendo a chiarire le questioni relative alla paternità di questa biografia di s. Francesco, fu in grado di dimostrare che s. Antonino Pierozzi da Firenze aveva confuso il suo autore con Tommaso da Celano.

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Errori di attribuzione e alternanze di nomi sono stati tramandati durante lo scorrere dei secoli, dalla Chronica XXIV generalium Ordinis minorum fino all’edizione bollandista degli Acta sanctorum: Costantino Suyskens, principale estensore del testo, cita nel Commentarius praevius, con espressioni di elogio, i padri Pagni e Missori, i quali avevano inviato in Belgio ragguagli documentari sulle fonti francescane. Rivela, tuttavia, che, riguardo alla Legenda attribuita all’enigmatico Giovanni o Tommaso da Ceprano, i conventuali romani non erano stati in grado di portare alcun contributo, ritenendo questo manoscritto irreperibile.

 

È stata attribuita a lui un’antica Vita s. Francisci, dal quale il Nostro Giovanni è elencato, all’inizio dell’Historia, tra i quattro frati, famosi per scienza e santità, che scrissero una vita del fondatore dei tre ordini francescani. La  testimonianza a favore di questa tesi potrebbe essere reperita nella dichiarazione sottoscritta il 4 Ottobre 1586 dal conventuale P. Ridolfi, maestro reggente lo Studium francescano di Bologna, che cita tra i libri conservati nella propria biblioteca una Vita s. Francisci “conscripta a Ioanne et Thoma de Celano, a S. Bonaventura et a fr. Leone”. I nomi dei biografi e il loro ordine di successione, tuttavia, sono quelli che appaiono nell’Historia del Clareno: si è, dunque, indotti a ritenere che il testo in questione corrisponda a quello redatto dal cronista francescano.

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L’errore in cui cadde il Clareno non fu quello di attribuire a Giovanni da Ceprano un’opera di Tommaso da Celano, come è stato sostenuto da Oliger e Di Fonzo, bensì confondere Giovanni con il notaio apostolico.

La tradizione manoscritta attribuisce a Giovanni  due sermoni, pubblicati da A. Chiappini (Fr. Ioannis de Celano sermones duo saec. XIII, in Collectanea Franciscana, XXVIII [1958], pp. 401-403) e J.-G. Bougerol (Sermons inédits de maîtres franciscains du XIIIe siècle, in Archivum Franciscanum historicum, LXXXI [1988], pp. 43-46), il primo tenuto nella seconda domenica di Avvento, il secondo in occasione del Natale. Gli schemi di entrambi (cc. 23rv, 63v-64r), unitamente ad altri 269 relativi a sermoni di Bonaventura da Bagnoregio e 24 di maestri francescani e domenicani contemporanei a Giovanni, sono contenuti nel già citato manoscritto ambrosiano, datato verso la fine del XIII secolo. Il primo sermone è stato tramandato anche nel ms. VIII. A. 20 (cc. 111vb-112vb) della Biblioteca nazionale di Napoli (Sermones de sanctis), proveniente dal convento di S. Domenico Maggiore, e nel ms. Fonds lat. 14595 (c. 1rv) della Bibl. nationale di Parigi.

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Inoltre affinchè se ne disperdino le notizie, padre Celestino Piana nel 4 Ottobre 1970, cita : “JOHANNIS DE CELANO ET BONAVENTURAE ORDINIS MINORUM SERMONES DOMINI CALES FESTIVI FERIALES ET MORTUIS”

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Fonti e Bibl.: Angelo Clareno, Expositio Regulae fratrum minorum, a cura di L. Oliger, Quaracchi 1912, pp. 65 s.; Id., Chronicon seuHistoria septem tribulationum Ordinis minorum, a cura di A. Ghinato, Roma 1959, pp. 9, 20; Id., Opera,Epistole, a cura di L. von Auw, I, in Fonti per la storia d’Italia [Medioevo], CIII, Roma 1981, p. 162; Id., Opera, Historia septem tribolationum…, a cura di O. Rossini, Ibid., CXIX, ibid. 1999, pp. 47-61; Bartolomeo da Pisa, Liber conformitatum, Mediolani 1510, c. CXXIVvb; P. Ridolfi, Historiae seraphicae Religionis, Venetiis 1586, II, c. 277v; III, c. 334v; Acta sanctorum Octobris, II, Parisiis et Romae 1866, pp. 469-471, 545; Fedele da Fanna, Ratio novae collectionis operum omnium… s. Bonaventurae, Torino 1874, pp. 97, 104, 122; A. Lecoy de la Marche, Le Chaire française au Moyen Âge. Spécialement au XIIIe siècle d’après les manuscrits contemporains, Paris 1886, pp. 180, 515; Chronica XXIV generalium Ordinis minorum, in Analecta Franciscana, III, Quaracchi 1897, pp. 8 n. 5, 224 n. 2, 262 n. 4, 276 n. 4; Bernardus de Bessa, Liber de laudibus beati Francisciibid., p. 666; Édouard d’Alençon, Legendae brevis s. Francisci ex gestis eius quae incipiunt “Quasi stella”, in Analecta Ordinis minorum capuccinorum, XIV (1898), pp. 370-373; PP. Editores, Prolegomena, in S. Bonaventurae opera omnia, IX, Quaracchi 1901, p. XVI; G. Golubovich, Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell’Oriente francescano. 1215-1300, I, Quaracchi 1906, pp. 51-54; L. Lemmens, Testimonia minora saeculi XIII de s.p. Francisco, in Archivum Franciscanum historicum, I (1908), pp. 259-262; Martín de Barcelona, Estudio crítico de las fuentes históricas de san Francisco y santa Clara, Barcelona 1921, pp. 69 s.; Legenda liturgica antiqua, a cura di M. Bihl, cit., pp. V n. 2, LVI ss.; L. Wadding, Annales minorum, Quaracchi 1931, II, p. 268 (1230); III, p. 118 (1240); G. Abate, Le fonti storiche della Cronaca di fra Mariano da Firenze, in Miscellanea francescana, XXXIV (1934), p. 49; G.G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad Scriptores trium Ordinum S. Francisci, III, Roma 1936, p. 125; F. Delorme, Pages inédites sur s. François écrites vers 1365 par Arnaud de Sarrant min. prov. d’Aquitaine, in Miscellanea francescana, XLII (1942), p. 126; M.-H. Laurent, Fabio Vigili et les bibliothèques de Bologne au début du XVIe siècle d’après le ms. Barb. lat. 3185, Città del Vaticano 1943, p. 117; A. Chiappini, Fr. Ioannes de C., O.F.M. s. Francisci Assisiensis biographus coaevus, in Antonianum, XXXV (1960), pp. 339-342; A. Altamura, Per la fortuna di Dante nel Quattrocento, in Annali del Pontificio Istituto superiore di scienze e lettere “S. Chiara”, XII (1962), pp. 43 s.; XV-XVI (1965-66), pp. 71 s.; M. De Beer, La conversion de saint François d’Assise selon son premier biographe Thomas de Celano, Strasbourg 1963, p. 35; J.B. Schneyer, Wegweiser an lateinischen Predigtreihen des Mittelalters, München 1965, p. 492; C. Piana, Chartularium Studii Bononiensis S. Francisci (saec. XIII-XVI), in Analecta Franciscana, XI, Quaracchi 1970, pp. 61*s., 168; C. Cenci, Manoscritti francescani della Biblioteca nazionale di Napoli, II, Grottaferrata 1971, pp. 689, 950; J.B. Schneyer, Repertorium der lateinischen Sermones des Mittelalters, III, Münster 1971, pp. 431 s.; L. Di Fonzo, L’Anonimo Perugino tra le fonti francescane del secolo XIII. Rapporti letterari e testo critico, in Miscellanea francescana, LXXII (1972), pp. 228-233; J.-G. Bougerol, Sancti Bonaventurae sermones dominicales, Grottaferrata 1977, pp. 20 s.; M. Michalczyk, Une compilation parisienne des sources primitives franciscaines (Paris, Nationale, ms. latin 12707), in Archivum Franciscanum historicum, LXXVI (1983), p. 27; F. Costa, Francesco negli storici conventuali, in Francesco d’Assisi nella storia. Secoli XVI-XIX, a cura di S. Gieben, II, Roma 1983, pp. 179, 183-186, 190 s.; F. Accrocca, Angelo Clareno, testimone di s. Francesco…, in Archivum Franciscanum historicum, LXXXI (1988), pp. 228 s.; J.-G. Bougerol, Sermons inédits de maître franciscains du XIIIe siècle, ibid., pp. 17 s., 20, 22, 26, s.; G.L. Potestà, Angelo Clareno. Dai poveri eremiti ai fraticelli, Roma 1990, p. 184; F. Accrocca, Jean de C., in Dict. d’hist. et de géogr. ecclésiastiques, XXVI, Paris 1997, col. 1390; Id., Jean de Cepranoibid., coll. 1391-1393; Rep. fontium hist. Medii Aevi, VI, pp. 299 s.

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