LE PRATERIE DEL “LINO DELLE FATE” (STIPA AUSTROITALICA)

Tale habitat è prioritario per la comunità europea, tant’è vero che sulla sua conservazione esiste una specifica direttiva Cee (habitat 92743), che però tanti amministratori locali denigrano ignorantemente e strumentalmente, catalogando i terreni come improduttivi o abbandonati al fine di favorirne la “vetrificazione fotovoltaica” e la costruzione di megalitici mulini a vento di acciaio, pur di favorire una criminale desertificazione.

Continuando nell’opera informativa sulle meraviglie del nostro territorio, vorrei portarvi a conoscenza di una recente ed importantissima scoperta da me fatta durante lo studio dei Tratturi e della Transumanza. La scoperta riguarda la classificazione nel nostro territorio della specie “Stipa austroitalica Martinowsky”. Questa specie unica al mondo cresce solo nelle nostre terre ed in parte dell’Italia centro meridionale.


Ad oggi l’Abruzzo era stato dimenticato dai botanici, e questa pianta era stata inserita dalla Comunità Europea come specie protetta solo nelle regioni di Puglia, Molise, Basilicata e Sicilia. La stipa austroitalica, chiamata dalle nostre genti “pelumme” (pelume), o “capelli di strega”, o ancora “lino delle fate”, argenta i nostri monti con il suo luccichio. I racconti antichi dicono che le fate scendevano sui monti d’Abruzzo per raccogliere queste piante, considerate come il lino per fabbricare i vestiti argentati che permettevano alle fate di luccicare nella notte.


La stipa pennata o Lino delle fate piumoso (Stipa austroitalica) è una specie botanica particolarmente protetta a livello europeo (II della Direttiva habitat 92/43 CEE), in quanto raro endemismo dell’Italia meridionale. E’ una pianta erbacea perenne, cespugliosa, alta dai 30-80 cm, tipica delle praterie steppiche e dei pascoli aridi, soprattutto dove la roccia è affiorante. Nel 2003, studi condotti da Benito Moraldi e Carlo Ricceri, massimi esperti della specie in Italia, hanno portato al ritrovamento di una nuova entità di Stipa, propria dei terreni gessosi dell’ Abruzzo. Nel 1986 veniva pubblicato su Webbia lo studio del genere Stipa in Italia da parte di Moraldi.

Lo studio presentava la storia di questo genere e la sua presenza e diffusione mondiale, nonché la revisione di tutti i campioni raccolti in Italia negli ultimi due secoli. L’autore da anni seguiva la storia di queste piante, raccolte su tutto il territorio, con confronti sul materiale conservato nei principali erbari italiani ed europei e scambi scientifici con studiosi monografici del genere. La fortuna volle che anche alcune località citate nel secolo scorso e non più visitate, fossero rintracciate dall’autore, insieme a diverse altre località nuove.


Il Lino delle Fate (Stipa austroitalica Martinovsky) è presente in vari territori abruzzesi, specialmente lungo i Tratturi. L’infiorescenza, molto appariscente, è una spiga piumosa lunga 20-30 cm, di colore bianco-niveo. La forma caratteristica delle spighe, che si presentano come pennacchi o lunghi capelli, ha fatto sbizzarrire la fantasia popolare. Incredibilmente, la Stipa austroitalica non è riportata tra le specie di interesse comunitario presenti. Si tratta di una gravissima lacuna che deve essere assolutamente sanata in quanto, come detto, le Stipe sono tra le specie maggiormente protette a livello comunitario. Ancora più rilevante è il fatto che nella Marsica è presente la Stipa austroitalica con varianti alle classiche stipe come sottospecie endemica, presente solo in questi luoghi e, dunque, unica in Italia (e nel Mondo).

Per tali ragioni invito le autorità competenti a prendere le necessarie misure di tutela nei confronti della pianta che, a conti fatti, rappresenta una delle specie più importanti della Marsica e d’Abruzzo. La presenza di questa specie è della massima rilevanza ai fini di conservazione e rappresenta un’ulteriore forte motivazione affinché si arrivi a definire con urgenza un’area protetta nella Marsica e nel Parco Regionale Velino-Sirente, per salvaguardare questa ed altre importanti specie presenti.

Si dovrebbero porre dei vincoli ai preziosissimi paesaggi dei pascoli rocciosi a pseudo-steppa mediterranea dell’entroterra abruzzese. Tale habitat è prioritario per la comunità europea, tant’è vero che sulla sua conservazione esiste una specifica direttiva Cee (habitat 92743), che però tanti amministratori locali denigrano ignorantemente e strumentalmente, catalogando i terreni come improduttivi o abbandonati al fine di favorirne la “vetrificazione fotovoltaica” e la costruzione di megalitici mulini a vento di acciaio, pur di favorire una criminale desertificazione.
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Di seguito alcuni cenni obbligati di descrizione
SISTEMATICA

Regno: Plantae – Sottoregno: Tracheobionta – Piante vascolariSuperdivisione: Spermatophyta – Piante con semiDivisione: Magnoliophyta (Angiospermae) – Piante con fioriClasse: Liliopsida Batsch, Tab. Affin. Regni Veg.: 121. 2 Mai 1802.Ordine: Cyperales Wettst., Handb. Syst. Bot., 2, 2: 815-816. Mai 1911.Famiglia: Poaceae (R. Br.) Barnh., Bull. Torrey Bot. Club 22: 7. 15 Jan 1895, 22: 7. 15 Jan 1895, nom. cons.Genere: Stipa L. (1753)Specie: Stipa austroitalica Martinowsky
DESCRIZIONETipo: pianta erbacea perenne, cespugliosaAltezza (min./max) 30-80 cm.Fusto: eretto, rigidoFoglie: rigide, con lamina sottile, conduplicata, e con ligula breveInfiorescenza: pannocchia paucifloraFiori: con lemmi provvisti di reste piumose molto lunghe (20-30 cm), di colore bianco-niveoSpighette: uniflore, provviste di glume subeguali, formate da una parte laminare (lunga circa 2 cm.) e da una resta di uguale lunghezzaFrutto: cariosside